lunedì 21 settembre 2009

Una studentessa da Milano: ma dove portiamo la nostra democrazie malata?

Sono una studentessa di 22 anni di mediazione linguistica e culturale a Milano.
Vi scrivo perché sono contraria allo slittamento della manifestazione nazionale di sabato 19 settembre.
Penso si possa dimostrare solidarietà ai soldati in molti modi, con un minuto di silenzio nazionale, o ritirando le truppe in modo da evitare ai loro compagni, nostri connazionali, di subire la stessa sorte e ai nostri politici di piangere altri defunti frutto di una loro scelta politica anticostituzionale. Ci sono tanti altri morti come le 15 giornaliere sulle strade da piangere, quelle vittime della camorra, andrangheta e della mafia; Quegli stessi che scappano dai paesi in cui noi portiamo le nostre missioni di pace per costituire una democrazia ma che quando arrivano alle soglie del nostro paese rispediamo indietro sui gommoni senza rispetto alcuno dei diritti umani, mandandoli verso una morte sicura.
Con che presunzione colonialista poi andiamo a offrirgli la democrazia. Noi! Dov'è la nostra di democrazia?
Come facciamo a portarla altrove se la nostra è guasta, è marcia, è malata.
Dov'è il rispetto della Costituzione, dell'art. 3 tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso di razza, di lingua di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. vedesi poi il lodo Alfano, dell'art 11 l'Italia ripudia la guerra poi siam qui a piangere i nostri militari, ma si tratta di missione di pace, come scordarcelo?! Dell'art. 21 Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
i doveva scendere in piazza per quest'ultimo punto, e per tutte le altre ingiustizie sempre più legittimate e taciute in questo stato di mutismo, assenteismo e arrendevolezza che caratterizza ormai il nostro paese.
Si deve scendere ancora, la morte di 6 ragazzi per quanto in circostanze tragiche non deve e non può fermare una lotta contro la difesa dei nostri diritti, della nostra costituzione, della NOSTRA democrazia.
Non si offende il dramma di queste famiglie, la memoria delle persone morte.
Si lotta per la difesa dei diritti di tutti gli italiani, soldati e famiglie incluse.
Ci sono tanti come me che hanno acquistato da tempo i biglietti per scendere a Roma e che da tempo aspettano questa occasione per avere la possibilità di far sentire la propria voce, di mostrare che noi, i farabutti ci siamo, siamo tanti e non vogliamo più stare seduti e muti di fronte alla distruzione di questo paese.
Spero vengano accolte le richieste di me come molti altri che venga riconfermata la manifestazione di sabato,
Marta
martamante@hotmail.it

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