sabato 19 settembre 2009

Ci andrò da solo

In conseguenza ai gravi fatti di Kabul, avete rinviato la manifestazione per la libertà di stampa del 19 settembre. L'avete fatto senza pensarci un attimo, in maniera sbrigativa, liquidando in pochi secondi la mobilitazione democratica che è cresciuta nelle scorse settimane fino a diventare coscienza collettiva e ripudio nei confronti dello stato di eccezione che vive la libertà di espressione nel nostro Paese; una libertà che, ricordiamo, è solennemente riconosciuta dall'articolo 21 della Costituzione. E perché avete rinviato la manifestazione? In segno di lutto: come fosse un festino, una passeggiata o una partita di calcio. Tutto ciò è molto grave. E' grave, anzi è il sintomo più grave del degrado della nostra democrazia, considerare una manifestazione democratica, quale può essere quella per la libertà di stampa, un evento quasi irriguardoso nei confronti delle vittime di una guerra dalla quale peraltro dovremmo sottrarci, sempre per rispetto alla stessa Costituzione che qualche articolo prima recita testualmente che "L'Italia ripudia la guerra". Avete sbagliato. Non è censurando un evento democratico, a favore di una supposta adesione al lutto, che rispettate le vittime di oggi; e non le rispettate nemmeno piegando alle ciniche, ipocrite e strumentali logiche della contingenza, la risposta ad una crisi strutturale del tessuto democratico del nostro Paese. Anzi, al contrario, in questo modo si legittima la posizione di chi quelle persone ha mandato a morire. Io non sono d'accordo e, come me, i tanti che in questi giorni hanno fatto rinunce e sacrifici personali per venire sabato in Piazza del Popolo da ogni parte d'Italia. I talebani vi ringraziano e non solo quelli afgani ma anche quelli che in Italia opprimono le libertà. Sabato alle 16, fossi pure da solo, sarò in piazza del Popolo.

Carmine Albanese

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