Rinvio al 3 ottobre. SI, NO, PERO'....

martedì 29 settembre 2009

domenica 27 settembre 2009

RAGLIATORI OMOLOGATI IN PIAZZA

I ragliatori omologati, i giornalisti sinistrati italioti vanno in piazza?Patetici. Che comiche. Fate ridere
I giornali di sinistra, gli strumenti di propaganda di una ristretta minoranza di italiani hanno cercato di infangare la figura del Premier SilvioBerlusconi con menzogne e falsità di stampo staliniano. Le querele sonod'obbligo, sono il minimo che il Presidente del Consiglio deve inderogabilmente intraprendere. Noi che votiamo il CENTRODESTRA, il 68 per 100 del Paese, lamaggioranza degli italiani, ci sentiamo profondamente offesi per le volgarità>pubblicate dalla sinistra : SIAMO TUTTI PARTE CIVILE IN QUESTO PROCESSO.
Silviovai avanti con le denunce legali e pubbliche.
Corrado Brin

lunedì 21 settembre 2009

Il paese pretende risposte vere

Scrivo per dire che non sono d'accordo sullo slittamento della manifestazione per la liberta' di stampa bisognava farla adesso anzi il dramma successo a quei ragazzi e a quelle famiglie ha portato ancora piu' in evidenza se ce ne fosse bisogno lo stato della liberta' di stampa in italia soprattutto televisiva dire la verita'd irla subito era il modo migliore per onorare quei ragazzi peccato si e'scelto il solito modo di celebrare il dramma proprio il contrario di quello di cui avrebbe bisogno il paese adesso una informazione libera plurale che dica la verita'e faccia le domande vere per pretendere risposte vere
franco r.
aghionsylva@gmail.com

Informare sulle ragioni di una missione umanitaria che va avanti da troppi anni

Cosa c'entra il rispetto per i caduti con la libertà di informazione ?
Anzi proprio per rispettare quei ragazzi la manifestazione doveva svolgersi, per poter rivendicare anche a nome loro il diritto all'informazione e il diritto di tutti conoscere i veri motivi per cui la missione "umanitaria" va avanti da anni.
Cosa c'entra il rispetto per i caduti con la libertà di informazione ?
Anzi proprio per rispettare quei ragazzi la manifestazione doveva svolgersi, per poter rivendicare anche a nome loro il diritto all'informazione e il diritto di tutti conoscere i veri motivi per cui la missione "umanitaria" va avanti da anni.
giafedal@libero.it

Commemorare una libertà uccisa da tempo

Pur essendo addolorata per quanto successo ai soldati italiani ed esprimendo tutta la mia solidarietà (per quanto possa servire) alle famiglie, trovo profondamente ingiusto rinviare una manifestazione che non rappresenta certo una festa, ma è piuttosto la commemorazione di una libertà che colui che pensa di rappresentarci ha già ucciso da tempo.
giovanna_ferrillo@fastwebnet.it

In Italia la libertà di stampa c'è

Mi dissocio dalla manifestazione del 3 ottobre - che anzi condanno- perché chiaramente ingiustificata e strumentale. In Italia, grazie a Dio, la libertà di stampa c'è e non vi è alcun pericolo, se non quelli immaginati dai vertici FNSI.
Domenico Paravati
Ex V. Caporedattore GR 1- 3 RAI sede centrale.
Pur non comprendendo fino in fondo le motivazioni dello slittamento della manifestazione dal 19 settembre al 3 ottobre, penso che le due settimane che a questo punto si sono rese disponibili possano essere molto utili e preziose per rafforzare l'informazione la comunicazione relativa all'importante appuntamento.
Ho notato infatti che molte, moltissime, troppe, persone non erano al corrente di quanto sarebbe avvenuto a Roma il giorno 19 e che in molti casi amici e colleghi con cui condivido visioni, valori, interessi, ideali, alla mia domanda sulla loro eventuale partecipazione mi chiedevano: "Quale manifestazione?".
Utilizziamo quindi questi quindici giorni perché l'appuntamento sia comunicato ancora di più e ancora meglio, avvalendoci di tutti gli strumenti a nostra disposizione - e non sono pochi, fino ad arrivare agli avvisi a pagamento - per far conoscere e divulgare questa importante iniziativa - volta ad arginare la drammatica deriva in cui da anni, e in quest'ultimo periodo più che mai, sta trascinandosi il nostro paese.
Grazie, e comunque al giorno 3 ottobre a Roma, cordialmente,
Giovanna Piccardo e Tita Altrocchi

Una studentessa da Milano: ma dove portiamo la nostra democrazie malata?

Sono una studentessa di 22 anni di mediazione linguistica e culturale a Milano.
Vi scrivo perché sono contraria allo slittamento della manifestazione nazionale di sabato 19 settembre.
Penso si possa dimostrare solidarietà ai soldati in molti modi, con un minuto di silenzio nazionale, o ritirando le truppe in modo da evitare ai loro compagni, nostri connazionali, di subire la stessa sorte e ai nostri politici di piangere altri defunti frutto di una loro scelta politica anticostituzionale. Ci sono tanti altri morti come le 15 giornaliere sulle strade da piangere, quelle vittime della camorra, andrangheta e della mafia; Quegli stessi che scappano dai paesi in cui noi portiamo le nostre missioni di pace per costituire una democrazia ma che quando arrivano alle soglie del nostro paese rispediamo indietro sui gommoni senza rispetto alcuno dei diritti umani, mandandoli verso una morte sicura.
Con che presunzione colonialista poi andiamo a offrirgli la democrazia. Noi! Dov'è la nostra di democrazia?
Come facciamo a portarla altrove se la nostra è guasta, è marcia, è malata.
Dov'è il rispetto della Costituzione, dell'art. 3 tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso di razza, di lingua di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. vedesi poi il lodo Alfano, dell'art 11 l'Italia ripudia la guerra poi siam qui a piangere i nostri militari, ma si tratta di missione di pace, come scordarcelo?! Dell'art. 21 Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
i doveva scendere in piazza per quest'ultimo punto, e per tutte le altre ingiustizie sempre più legittimate e taciute in questo stato di mutismo, assenteismo e arrendevolezza che caratterizza ormai il nostro paese.
Si deve scendere ancora, la morte di 6 ragazzi per quanto in circostanze tragiche non deve e non può fermare una lotta contro la difesa dei nostri diritti, della nostra costituzione, della NOSTRA democrazia.
Non si offende il dramma di queste famiglie, la memoria delle persone morte.
Si lotta per la difesa dei diritti di tutti gli italiani, soldati e famiglie incluse.
Ci sono tanti come me che hanno acquistato da tempo i biglietti per scendere a Roma e che da tempo aspettano questa occasione per avere la possibilità di far sentire la propria voce, di mostrare che noi, i farabutti ci siamo, siamo tanti e non vogliamo più stare seduti e muti di fronte alla distruzione di questo paese.
Spero vengano accolte le richieste di me come molti altri che venga riconfermata la manifestazione di sabato,
Marta
martamante@hotmail.it

Giornalisti e docenti precari, uniti per moltiplicare le forze

Risulta che vogliate spostare la manifestazione sulla libertà di informazione il 3 ottobre prossimo. in quel giorno pare ci sarà la manifastazione dei docenti precari . E' possibile unire le forze in modo che la loro protesta non cada in secondo piano ? Oppure si può ancora spostare la data ? Il 26 settembre anche non è una data augurabile in quanto manifesta Salvatore Borsellino con l' Agenda rossa.
Antonio Caprari
antonio.caprari@gmail.com

Il 26 chiediamo la verità su Borsellino

Ero anche io impegnato a sponsorizzare la manifestazione di Sabato 19 e ho ora appreso la notizia del rinvio...
VI PREGO di NON spostare la manifestazione il 26 settembre in concomitanza con la manifestazione "Agenda rossa" che chiede si faccia luce sui mandanti della strage Borsellino.
 http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1657:manifestazione-qagenda-rossaq-roma-26-settembre-2009&catid=21:comunicati&Itemid=42

http://www.youtube.com/watch?v=8na4ZtoHYCM

Dovevamo manifestare contro la guerra

Non so a quale indirizzo mandare questa protesta. Spero che sia quello giusto. Mi domando perché paghiamo le quote del sindacato se in un momento come questo si rinvia un'importantissima manifestazione come quella di sabato. Con tutto il rispetto per i militari morti (che magari, in buona fede, credevano davvero di partecipare a una missione di pace), ci si meraviglia se in guerra il "nemico" risponde con l'esplosivo e non con le fionde? Ci si meraviglia se la guerra reclama il proprio tributo di vittime? Questo episodio di guerra doveva essere una motivazione in più per fare la manifestazione, per rendere più forte la protesta, per pretendere chiarezza e onestà da parte del governo e di certi media anche sull'Afghanistan. Invece abbiamo
segnato un bel passo indietro, fatto un ennesimo autogol, come se già non stessimo perdendo 12 a 0. Vogliamo continuare a fare il gioco del governo? A fare da grancassa alla marea di retorica patriottarda con il contorno di lacrime e proclami di vendetta per la soddisfazione dei politici che continuano a parlare di missione di pace? Perché nonsi è sfruttata l'occasione per chiedere la fine della partecipazione dell'Italia alla guerra afghana?
E' davvero vergognoso
Fabrizio Filosa
f.filosa@larepubblicavelvet.it

Una manifestazione non toglie nulla al dolore e al cordoglio

E' un errore rinviare la manifestazione, con un'adesione cosi' alta, emotivamente partecipata (finalmente!!).
Perché a mio parere la libertà di informazione riguarda anche le attività di politica estera del nostro paese e perché una manifestazione può non togliere nulla al dolore ed al cordoglio sentito per quei poveri ragazzi e le loro famiglie.
Alessia
alessiapalmentola@hotmail.com

Avreste fatto lo stesso per dieci operai morti sul lavoro?

Forse se oggi 10 operai fossero spirati sul lavoro, la manifestazione in favore di una libera informazione si sarebbe tenuta lo stesso, ma vista la maggiore rilevanza dei morti in questione, è stata annullata. Che triste.
Osservare enti, come la FNSI, o partiti, come il PD, distinguere tra cadaveri da celebrare e cadaveri da occultare, da dimenticare il più in fretta possibile, per non fare adirare i padroni di Confindustria, rende chiara la drammatica condizione dell’informazione e della politica nel nostro paese.

Fulvio
redrum@hotmail.it

Un rinvio contriproducente

Sono una giornalista e voglio protestare per l’annullamento della manifestazione del 19: dato che non era stato convocato anche uno sciopero mi spiegate il perché di questa decisione.
Io non la condivido e mi sembra assurda e controproducente visto che si stavano organizzando pullman da mesi.
Beatrice Montini
beatrice.montini@rcs.it

Solidarietà alle vittime ma non guerra si muore

Non sono per nulla d'accordo con la decisione di sospendere la manifestazione per la libertà del 19 settembre, ora come non mai la ritengo opportuna, la solidarietà per le vittime in Afganistan ed alle loro famiglie è d'obbligo come in tutti i gravi lutti, ma non credo possa escludere una manifeastazione di libertà. In Afganistan c'è la guerra ed il nostro paese vi partecipa con uomini e strumenti di offesa, non solo per riportare la pace. Ed in guerra si muore.


Claudia Moriggi
c.moriggi@hotmail.com

Dalla Thailandia: Non era facile dire "non ora2

Non è facile a dire "NO", o "Non Ora".
Sopratutto quando si deve fare delle scelte in periodi di tensione, parlare di Pace induce a rabbia se si è Vittime.
E, rimandare, questo importante appuntamento, che io sostengo dal paese in cui vivo (Thailandia).
Non è senz'altro facile, ma credo che, chi in primpis, si è assunto la responsabilita' immediata di spostare l'evento, sia meritevole di essere promosso e conosciuto, se no, detto da "Fini", ieri penso, "Non c'è alternativa a Berlusconi".
Agghiacciante, ma Vero, quindi, qualche "CAPO", lo dobbiamo promuovere, nomi e cognomi, servono eroi...
Se vi serve un punto di osservazione dalla Bangla Road a disposizione.
E' interessante da quel punto di vista vedi girare l'intera economia Globale, se la guardi bene.
Le fanciulle distraggono da tanto, ma chi ci lavora (io anche), vede, se osservatore, tante altre cronache, infinite.
Sono orbo, ma osservo bene, ahimè non sono scribo, e per fortuna dato il fallimento, della categoria (in generale) alla quale scrivo.
Ho promosso personalmente l'appuntamento che era in programma, sosterro fortemente il prossimo appuntamento, ( la mia voce è piccola, ma fa un casino, e comunica con una ventina di popoli a sera, (clientela variegata, meticcia, bastarda, diversa, multietinica, incrociata), il mondo intero, con tutte le religioni.
Bene, comunichero' a tanti, nonche' gli amici Italiani, che vengono qui, meravigliosi e razzisti piu' che mai, ma tutti amanti della diversita', (da notare), osservazione e testimonianza personale (la destra sta superando la sinistra in omosessuali latenti), (io sto lavoro faccio, che ce posso fa).
Lele www.bluebarpatong.com

Un appuntamento non rinviabile

Sinceramente non è agevole comprendere il collegamento tra il tragico evento in Afghanistan, terribile ma purtroppo "fisiologico" ad una situazione sostanzialmente di guerra, e la soppressione della manifestazione di sabato che non era né un evento ludico o di intrattenimento, né una dichiarazione di guerra nei confronti di nessuno.
E' stato rinviato, ancora una volta, un appuntamento che non era rinviabile con una motivazione non pertinente.
daniela gaudenzi
http://www.liberacittadinanza.it/
http://www.centomovimenti.com/

Dobbiamo manifestare per difendere la Costituzione

Ho 21 anni, sono italoegiziano, sono uno studente e sono terribilmente preoccupato dalla deriva autoritaria che sta subendo il nostro paese, la censura dei mezzi d'informazione, il razzismo, le leggi ad personam.
Non sono il solo, insieme ad altre migliaia di persone aspettiamo solo il momento di farci sentire, e sabato 19 sarebbe stato il momento giusto.
Leggo sul sito di Repubblica che l'FNSI ha rinviato la manifestazione
" La manifestazione rinviata - In segno di rispetto e di lutto, la Federazione nazionale della stampa, il sindacato nazionale dei giornalisti, ha deciso di rinviare la manifestazione in difesa della libertà di stampa, in programma sabato 19 settembre. Franco Siddi, segretario nazionale della Fnsi, ha detto che l'iniziativa dovrebbe comunque tenersi entro quindici giorni."
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/esteri/afghanistan-19/morti-kabul-fnsi/morti-kabul-fnsi.html
Certo è un brutto momento per il nostro paese, sono morte delle persone, addirittura dei miei coetanei, tuttavia in Afghanistan, è in atto una guerra e noi ne facciamo parte come spesso ha sottolineato il ministro della difesa La Russa.
La manifestazione si dovrebbe comunque fare, non è solo in pericolo la libertà di stampa, ma la base della nostra Repubblica, la Costituzione, la quale quasi ogni giorno viene violata e calpesta dal nostro governo.
L'art.3 con il Lodo Alfano, il razzismo verso gli immigrati, il non rispetto per tutto ciò che possa esser considerato "diverso"
L'art.21 con il controllo diretto/indiretto dei mezzi di comunicazione, con i cavilli burocratici per ostacolare Annozero e Report, con le denunce ai giornali ed ai giornalisti che cercano di raccontare il paese reale.
L'art.11 con il nostro contributo bellico nella guerra in Afghanistan
La manifestazione si dovrebbe trasformare in un azione pacifica per la difesa strenua della nostra Costituzione dai tentativi eversivi di loschi figuri che tentano di sfregiarla.
La manifestazione non sarebbe un'offesa alla memoria di quelle persone morte, anzi, se la Costituzione fosse stata rispettata quelle persone sarebbero ancora vive, e non giacerebbero in delle bare a sentirsi dire dal nostro ipocrita governo che sono stati degli eroi che hanno combattuto per noi e per la democrazia in Afghanistan, quando noi stessi non sappiamo garantire e difendere la nostra.

Mohamed
mohamed88@tiscali.it

Che direbbero i giornalisti morti per informare?

Ma davvero vi sembra che sospendere la manifestazione per la LIBERTA' DISTAMPA sia un segno di rispetto nei confronti dei militari caduti e dei giornalisti "che hanno pagato alti prezzi di sangue per il diritto-dovere di informare".
Cosa ne direbbero Enzo Baldoni, Ilaria Alpi e Anna Politovskaja? (esempi di giornalisti VERAMENTE liberi)
Spero che non vi meraviglierete se, dopo questa decisione, la solidarietà nei confronti dei giornalisti subità un certo calo.
Con profonda amarezza, una che sarebbe venuta alla manifestazione perchè pensa che la libertà di stampa sia un principio irrinunciabile.
Fiorella Parenti
fiorellaparenti@tele2.it
 P.S. Vi prego di inoltrare la presente alle "numerose associazioni sindacali, sociali e culturali" che, in un lasso di tempo che dimostra una incredibile efficienza, sono state consultate e si sono dichiarate d'accordo con questa decisione, e delle quali non riesco a trovare  l'indirizzo.

Non avete tenuto conto della gente comune

Dissento nella maniera più forte contro la vostra decisione. Non ci si appella alla gente per poi prendere in solitudine e con il conforto di altri apparati di rinviare la manifestazione del 19. Questo dimostra che non vi siete nemmeno posto il problema delle aspirazioni e delle aspettative della gente comune che aveva aderito al vostro appello. Per un attimo anch'io ho creduto in voi ma adesso è chiaro che non siete nulla di più che una corporazione separata dal resto della società.

Nino Vassallo
nino.vassallo@gmail.com

Non sono d'accordo ma avete la mia solidarietà

Nonostante il cordoglio per i soldati morti,trovo sbagliato rinviare la manifestazione perchè il problema dell'imbavagliamento degli organi di informazione è comunque presente e si è manifestato anche riguardo alla  presenza dei soldati in quelle che vengono definite "missioni di pace" ma che non sono altro che missioni di guerra con le logiche conseguenze di morte.
Ritengo quindi che non solo la manifestazione si debba fare ma che si può cogliere l'occasione per ricordare con forza la dissociazione di larga parte degli italiani alle scelte di governo in Afganistan e in Iraq.
Senz'altro il rinvio verrà strumentalizzato da Berlusconi !!!
Spero in un ripensamento e invio comunque la mia solidarietà a tutti coloro che si occupano di informazione
Tiziana Benvenuti
iscritta CGIL
t.benvenuti@ao-pisa.toscana.it

Paura del contrattacco?

Posso sapere per quale motivo avete spostato la manifestazione?
Cosa c'entra il lutto con i fatti di Kabul con quello (permettetemi, ben più grave) per i fatti di casa nostra?
Neanche questa volta ce la fate a essere tutti d’un pezzo? Paura del contrattacco?
Alla manifestazione del 19 ci sarei stata sicuramente, a quella del 3 ottobre non ci sarò e come me, ne sono certa, molti altri.
Una nuova occasione perduta, come tantissime altre volte
Lorenza Molteni (Roma)
lorenzamolteni@alice.it

Non spaccate i fronti

Trovo arrogante ed assolutamente privo di rispetto il vostro spostamento della manifestazione al 3 ottobre, data in cui è prevista la manifestazione dei precari della scuola. Vi chiedo di ripensarci, anche perche mi sembra inutile spaccare continuamente i fronti.
Dott.ssa Silvia Dai Pra'
smailto:silviadaipra@yahoo.it

Il 19 settembre apparteneva a tutti noi

Voglio subito chiarire la mia completa contrarietà per l'annullamrnto della manifestazione.
La morte dei nostri soldati, sicuramente merita solidarietà e dolore per le loro vite spezzate.
Non c'entra nulla il cordoglio e il lutto, anzi la piazza poteva esprimerlo con forza.
Quando si lancia una azione di lotta per la verità, l'informazione e la libertà l'iniziativa non appartiene più a chi la lanciata, certe risposte di democrazia e di libertà appartengono al popolo, il quale ha diritto di esprimerle a caldo, per incalzare e contrastare sul nascere le iniziative di un governo autoritario e pericoloso per la democrazia del nostro paese.
Soprattutto per una inconsistente opposizione.
Franco Broggini
francobroggini@virgilio.it

sabato 19 settembre 2009

Comprensibile il rinvio ma riflettiamo sulla guerra

Del tutto comprensibile la decisione Fnsi (“Un atto sensibile e immediato in segno di rispetto per le famiglie dei caduti, delle forze armate e di tutti coloro che sentono il peso di questa tragedia” ha spiegato il segretario Franco Siddi) di rinviare (al 3 ottobre) la manifestazione per la libertà di informazione.
Quanto accaduto a Kabul riempie il Paese intero di tristezza e – speriamo – di riflessione.
Ed è stato giusto – anche se non mancano, neppure fra noi, opinioni diverse - aver sospeso l’appuntamento in piazza del Popolo.
Resta però altrettanto doverosa l’esigenza che anche su questo fronte complesso (la presenza in Afghanistan di migliaia di nostri giovani soldati con decine di migliaia di altri giovani soldati da altri Paesi) la copertura di una informazione libera e pluralistica sia sempre e comunque garantita.
Esistono, come noto, non pochi problemi rispetto al ruolo del libero giornalismo dalle zone di guerra, sia prima che inizino le operazioni (non possiamo dimenticare il ruolo giocato dai media globali per giustificare l’avvio della guerra in Iraq con la necessità di scovare “armi di distruzioni di massa” date per certe, dal presidente Bush, e poi ammesse per inesistenti, anni dopo, dallo stesso presidente Bush) sia nei tempi del loro svolgimento (il ruolo dei cosiddetti “giornalisti embedded” o “in divisa”). A maggior ragione in un Paese come il nostro dove l’attenzione per le vicende internazionali è davvero limitata.
Credo che il modo migliore per onorare questi ragazzi (quelli morti e quelli che sono rimasti, ma anche tutte le altre vittime – militari e civili – di questo e di tutti gli altri conflitti aperti in un mondo sempre più interdipendente … comprese le vittime di una immigrazione globale sempre più dipendente da situazioni di ingiustizia, povertà, guerra …) sia tentare di capire i veri motivi (al di là di quelli – chiamiamoli così – “di facciata” e al di là delle troppo facili retoriche di queste ore) per cui si prendono determinate scelte, si imboccano determinate strade, si iniziano operazioni che troppo spesso confondono, intersecandoli, gli stessi livelli di “guerra” e “pace”.
Fondamentale, anche in questo, è la libertà di informazione.
Mauro Banchini
Presidente Ucsi Toscana

Perché rinviare? Non era una passeggiata

In conseguenza ai gravi fatti di Kabul, avete rinviato la manifestazione per la libertà di stampa del 19 settembre.
L'avete fatto senza pensarci un attimo, in maniera sbrigativa, liquidando in pochi secondi la mobilitazione democratica che è cresciuta nelle scorse settimane fino a diventare coscienza collettiva e ripudio nei confronti dello stato di eccezione che vive la libertà di espressione nel nostro Paese; una libertà che, ricordiamo, è solennemente riconosciuta dall'articolo 21 della Costituzione.
E perché avete rinviato la manifestazione?
In segno di lutto: come fosse un festino, una passeggiata o una partita di calcio, così però non l’ho pensata io.
Tutto ciò è molto grave. E' grave, anzi è il sintomo più grave del degrado della nostra democrazia, considerare una manifestazione democratica, quale può essere quella per la libertà di stampa, un evento quasi irriguardoso nei confronti delle vittime di una guerra dalla quale peraltro dovremmo sottrarci, sempre per rispetto alla stessa Costituzione che qualche articolo prima recita testualmente che "L'Italia ripudia la guerra".
Avete sbagliato.
Non è censurando un evento democratico, a favore di una supposta adesione al lutto, che rispettate le vittime di oggi; non le rispettate nemmeno piegando alle ciniche, ipocrite e strumentali logiche della contingenza, la risposta a una crisi strutturale del tessuto democratico del nostro Paese.
Anzi, al contrario, in questo modo si legittima la posizione di chi quelle persone ha mandato a morire. Io non sono d'accordo e, come me, i tanti che in questi giorni hanno fatto rinunce e sacrifici personali per venire sabato 19 settembre in Piazza del Popolo da ogni parte d'Italia.
I talebani vi ringraziano e non solo quelli afgani ma anche quelli che in Italia opprimono le libertà. A questo punto, quando ci sarà la prossima vostra convocazione a Roma per le stesse, decisive e improrogabili ragioni forse io non ci sarò.
Anzi so anche un'altra cosa: sabato 19 settembre, alle 16, fossi pure da sola, sarò in piazza del Popolo.
Laura Berrettoni
l.berrettoni@gmail.com

Rete28Aprile: Pensate ai precari della scuola

La Rete28Aprile esprime perplessità rispetto alla decisione della Fnsi di rinviare la manifestazione per la libertà di stampa e il diritto di informazione. Proprio su questioni così drammatiche, come quelle che riguardano la guerra, la stampa dovrebbe essere in grado di esprimere e di rivendicare il massimo di libertà e di indipendenza.

In ogni caso, troviamo quanto mai sbagliata la scelta di riconvocare la manifestazione il 3 ottobre, nel giorno in cui era già stata convocata la manifestazione nazionale a Roma dei precari e delle precarie della scuola, per la difesa della scuola pubblica e contro uno dei licenziamenti di massa più imponenti della storia del nostro Paese.
Per questo chiediamo alla Fnsi di ripensare la scelta del 3 ottobre e di riconvocare la manifestazione in altra data.
Rete28Aprile

Comprendo la tragedia ma perché rinviare?

Comprendo la tragedia di Kabul ma perchè rinviare la manifestazione? Non era una festa tutt'altro e lo sport e le trasmissioni demenziali non vengono annullate così come programmazione cinematografica e teatrale? La dignità della stampa e la sua libertà sono cose serissime e forse attualmente la situazione è più tragica delle morti di Kabul.

Grazie per l'attenzione sono una firmataria poeta e sono portavoce di altri che la pensano come me.
Antonella zagaroli
zantonella@hotmail.com

Che c'entrano quei sei poveri ragazzi morti sul lavoro con il rinvio?

Sono una cittadina e una giornalista, convinta sostenitrice della manifestazione di sabato 19. Perché, continuo a chiedermi, è stata rimandata? Era già tardi la data del 19 (avremmo dovuto farla ancora prima), ma tant’è: che senso ha far sgonfiare come un soufflé mal riuscito questa appuntamento al quale molti avrebbero aderito convinti (questa era la mia sensazione netta)? Soprattutto: qual è il nesso tra il nostro manifestare per un diritto fondamentale della Democrazia e la pietas umana dei morti di Kabul? Ci sentiamo così poco legittimati a protestare per un nostro sacrosanto diritto mossi da una sacrosanta indignazione per quanto sta succedendo, che siamo pronti a fare subito un passo indietro per un qualcosa, grave perché la guerra (e di guerra si tratta) ha conseguenze gravi, ma che non ha alcuna interconnessione neanche a cercarla con il lanternino? Che c’entrano questi sei poveri ragazzi, questi poveri morti sul lavoro in fondo, con le modalità intimidatorie nei confronti dei giornali che sono ormai diventate (brutto) spettacolo quotidiano? Infine, e non mi sembra poco, come pensare che tutti vengano informati di questo spostamento? Casualmente stamattina, parlando con conoscenti incontrati al bar, mi sono resa conto che lo slittamento non è noto a tutti e non è detto che prima di domani lo sia. Un’ennesima occasione persa, senza un motivo plausibile…..
Maria Paola Quaglia, giornalista professionista dal 1989

Libertà di espressione senza filtri, please

Come giornalista professionista iscritto alla FNSI, stamattina ho voluto contribuire con un comment al post sul vostro blog "http://fnsi-libera-informazione.blogspot.com/" a proposito del rinvio della della manifestazione del 19. Ho semplicemente espresso la mia opinione e ho motivato il mio dissenso allo spostamento deciso dalla federazione. Insomma un'opinione come le altre, senza scurrilità, offese o insulti; anzi vi riporto il testo del mio commento in modo che possiate giudicare:
"Leggendo le prime pagine dei giornali di questa mattina si capisce quanto l'informazione non sia più tale, quanto sia politicizzata e quanto sia impegnata a coltivare nella testa della gente una sola (discutibile) visione del mondo; una visione alla quale putroppo ci stiamo abituando. Un esempio di quale sia questa discutibile visione del mondo lo si trova sulle prime pagine dei giornali di oggi: nessuna testata (eccetto, forse per sbaglio, il Corriere) fa un cenno, un ricordo, uno strillo in prima pagina anche sulle 15 vittime civili afgane... Insomma  l'idea che ci siano morti più importanti e morti che non fanno notizia è figlia di questo pensiero unico sul mondo, di questa visione distorta di ciò che accade. La stampa italiana, invece di fornire tutte le informazioni possibili affinchè la gente abbia tutti gli strumenti per crearsi una propria personale visione del mondo... ne impone una a tutti quanti; un'unica visione che fa comodo a chi detiene il potere e che quindi non ha interssi che la gente s'informi e inizi a pensare con la propria testa.
Oramai siamo dentro a questa logica terribile e temo che questo rinvio sia proprio deciso in base a questa distorta visione del mondo: mi chiedo, se fossero morti solo civili afgani la FNSI avrebbe lo stesso rimandato la manifestazione?
Non credo. Le motivazioni ufficiali del rinvio parlano di rispetto per i morti... mi chiedo di quali morti? La morte di tutti qualli che hanno perso la vita nell'attentato o di SOLO i 6 militari italiani? E non siamo ipocriti... la risposta la sapete benissimo voi che avete deciso il rinvio.
Se questa manifestazione ai miei occhi era importantissima, ora è solo il frutto di un pensiero dominante che non ha nulla a che vedere con la libertà di stampa. Credo che non parteciperò più.>>
Non so per quale motivo non è stato pubblicato... Qualuno l'ha giudicato inopportuno? inappropriato? Dove è finita la libertà d'opinione che tanto sbandierate?
Trovo allucinante che proprio sul blog aperto per promuovere la manifestazione sulla libertà di stampa vengano fatte censure di questo tipo!
Già ci sarebbe da discutere che su un blog come questo, fatto da un sindacato che dovrebbe difendere la libertà d'espressione dei suoi iscritti, un intervento debba essere PREVENTIVAMENTE controllato e approvato dal gestore... Io ad esempio, sul mio blog, lascio aperti i commenti di chiuque: tutti li possono
pubblicare senza che ci sia un mio controllo preventivo (al limite se una volta pubblicato ci sono insulti e offese lo cancello). E così si comporta la maggior parte dei blog e dei centri di discussione su internet, dove la libertà di esprimersi è perlomeno garantita a tutti quelli che si fanno identificare (io a voi ho lasciato il mio nome e cognome e il mio blog, e ora vi lascio anche il mio indirizzo mail).
Mi fa spece che questa stessa libertà non ci sia su un blog nato proprio per pro muovere una manifestazione sulla libertà di stampa.
La trovo una cosa vergognosa che non mancherò di segnalare ad altri blog e mezzi di informazione.
Spero qualcuno si degni di darmi una risposta.
Luca Cartapatti
luca.cartapatti@fastwebnet.it
 
 
Semplice ingorgo, ecco qua pubblicato due volte

ANCHE LA LIBERTA' DI STAMPA E' MORTA

La morte di qualcuno, soprattutto se giovane, mi dà sempre un grande dolore. Sono quindi addolorata per i sei soldati morti in Afganistan in un'assurda guerra e in guerra, si sa, si rischia di morire. Ciò non dovrebbe avvenire in tempo di pace, ma c'è qualcuno che decide l'importanza di un essere umano che se ne va rispetto ad un altro. I morti sul lavoro, per esempio, non ne hanno quasi nessuna, come le vittime della malasanità, come chi viene massacrato di botte per il suo colore o perché omosessuale, Ogni giorno questi morti mi danno un grande dolore, più grande perché accadono qui, in un paese "civile", in tempo di pace e perché "poco importanti" ai fini della propaganda.
Tutto questo però non è in contraddizione con la manifestazione per la Libertà di stampa. Il problema c'è, è enorme e va affrontato. ADESSO (anche per tutti i morti, più o meno celebrati).
La sinistra, o quel che ne rimane, deve smetterla di appiattirsi sulla propaganda di questa destra infame, deve smetterla di essere sempre più realista del re.
SIAMO ANCORA IN TEMPO! Troviamoci sabato in Piazza del Popolo all'ora stabilita.
Noi, i cittadini che su questa data hanno fatto conto. Io ci sarò.
Francesca Carmi

Per i morti sul lavoro non si ferma nessuno

Trovo sbagliato e molto grave rinviare una importantissima manifestazione sottoscritta da più di 380mila persone in segno di cordoglio per l'attentato di Kabul.
Lo trovo un atto vile, ipocrita e privo di qualsiasi fondamento.
Con tutto il rispetto per i caduti, e tenendo pure conto dell'"effetto farfalla"... ma qui non siamo in un film di Inarritu, siamo nella realtà di un .... Paese in cui per le centinaia di morti sul lavoro che avvengono ogni anno non si ferma nemmeno il più ..... reality show o la più ..... soap opera.
E lo stesso dicasi per i morti ammazzati della mafia, o per tutti gli esseri umani che ogni giorno muoiono nel mondo di fame e di sete.
C'è differenza tra i "nostri" morti in divisa e questi altri morti non italiani e non militari? Per voi evidentemente sì. Avreste mai rinviato la manifestazione se, come accade un giorno sì e uno no, fossero morte una ventina di anonimi poveri cristi afgani? Certo che no. E allora? E allora ...
Non mi risulta che a Kabul si sia mai smesso di sparare in segno di lutto per la nostra defunta libertà di stampa..
aleolocco@gmail.com
Alessandro Olocco

NOTA: i puntini sostituiscono turpiloquio, che non ci sembra mai adatto alla pubblicazione

Un Sindacato non deve far politica

Mi vergogno di far parte di un Sindacato schierato e politicizzato, bisogna fare un esame di coscienza prima di parlare, la liberta' di stampa è in pericolo, balle tutt'altro.

Questo è l'ennesimo esempio di un Sindacato schierato politicamente che invece di tutelare fa solo politica.
Complimenti.
giannirossi56@aliceposta.it

Da Oxford: Non vorremmo vedere esibizioni personali ai funerali come fu per l'Aquila

Riceviamo in copia e pubblichiamo una lettera indirizzata all'Unità e a Repubblica.
"Desideriamo esprimere il nostro stupore e disappunto per la decisione della Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) di disdire la manifestazione in difesa delle liberta' di informazione prevista per il prossimo sabato.
Non mettiamo in dubbio che la triste notizia dei militari uccisi in Afghanistan possa commuovere l’intera nazione, ma riteniamo che non avrebbe dovuto interferire con lo svolgimento della manifestazione di sabato. La difesa della liberta' d'informazione, e quindi della democrazia, nulla ha a che vedere con il rispetto per i caduti italiani in Afghanistan.
Ci chiediamo se nel malaugurato (e tragicamente possibile) caso che il giorno prima della prossima manifestazione si verifichi l’ennesimo incidente sul lavoro verrebbe deciso un altro rinvio. Il doveroso rispetto per le vittime militari non puo' e non deve interferire con il diritto e il dovere di difendere uno dei fondamenti della nostra democrazia come la liberta di stampa.
E' un momento triste e preoccupante per l'Italia, e certamente non soltanto a causa della morte dei nostri soldati in Afghanistan. Indigna e spaventa l’ipotesi che l’occasione delle doverose cerimonie per i caduti sia utilizzata, come gia’ la tragedia del terremoto de L’Aquila, per esibizioni personali e per distrarre l’attenzione dai problemi del paese.
Saluti da chi, svolgendo la sua attivita’ scientifica all’estero, non puo' partecipare alla manifestazione.
Giandomenico Iannetti, University Research Lecturer, University of Oxford
Nicola Melloni, Department of International Development, University of Oxford

Tenete la schiena dritta

Va bene che la morte di 6 soldati italiani a Kabul sia un fatto grave, ma cosa c'entra con la protesta per la liberta di informazione in Italia?
Secondo me poco o nulla. Forse secondo voi si dovrebbe interrompere qualsiasi protesta in corso in Italia ?
A quali pressioni avete ceduto per decidere questo rinvio ??
La gente non credo sia daccordo. Non pensiate di poter fermare la protesta, che sta montando moltissimo, con "arbitrarie" e palesemente immotivate decisioni.
Anche voi cercate di tenere un po' la schiena diritta, o volete perdere anche l'ultimo briciolo di credibilita' che la gente ha in voi ?????
Bruno Giulio

Per rispetto si doveva manifestare

La tragedia dei nostri soldati italiani caduti oggi in Afghanistan non c’entra assolutamente niente con la libertà di stampa. Il rispetto loro dovuto, E DOVUTO ANCHE AI 15 CIVILI AFGHANI MORTI E AGLI ALTRI 60 FERITI, DI CUI NON V’è TRACCIA NEL COMUNICATO FNSI, non si discute.
A più forte ragione doveva essere mantenuta la manifestazione, altro che rinviarla in segno di rispetto. Ma che c’entra? Mica era programmato uno sciopero dell’informazione per cui non si coprivano le notizie. L’Italia è un paese dove la libertà di stampa si sta restringendo, altro che annullare le manifestazioni!
Domenico Coviello - City

Abbiamo fatto sacrifici

PENSATE ALLA GENTE CHE COME ME HA SPESO FIOR DI QUATTRINI PER SCENDERE A ROMA SABATO!

SE LA SPOSTATE IO NON CI SARO' E COME ME TANTI ALTRI CHE IN QUESTO PERIODO DI CRISI SI SACRIFICANO ECONOMICAMENTE PER UNA BUONA CAUSA.
GIOVANNA PASCHERO
CORMONS (GORIZIA)

Ci andrò da solo

In conseguenza ai gravi fatti di Kabul, avete rinviato la manifestazione per la libertà di stampa del 19 settembre. L'avete fatto senza pensarci un attimo, in maniera sbrigativa, liquidando in pochi secondi la mobilitazione democratica che è cresciuta nelle scorse settimane fino a diventare coscienza collettiva e ripudio nei confronti dello stato di eccezione che vive la libertà di espressione nel nostro Paese; una libertà che, ricordiamo, è solennemente riconosciuta dall'articolo 21 della Costituzione. E perché avete rinviato la manifestazione? In segno di lutto: come fosse un festino, una passeggiata o una partita di calcio. Tutto ciò è molto grave. E' grave, anzi è il sintomo più grave del degrado della nostra democrazia, considerare una manifestazione democratica, quale può essere quella per la libertà di stampa, un evento quasi irriguardoso nei confronti delle vittime di una guerra dalla quale peraltro dovremmo sottrarci, sempre per rispetto alla stessa Costituzione che qualche articolo prima recita testualmente che "L'Italia ripudia la guerra". Avete sbagliato. Non è censurando un evento democratico, a favore di una supposta adesione al lutto, che rispettate le vittime di oggi; e non le rispettate nemmeno piegando alle ciniche, ipocrite e strumentali logiche della contingenza, la risposta ad una crisi strutturale del tessuto democratico del nostro Paese. Anzi, al contrario, in questo modo si legittima la posizione di chi quelle persone ha mandato a morire. Io non sono d'accordo e, come me, i tanti che in questi giorni hanno fatto rinunce e sacrifici personali per venire sabato in Piazza del Popolo da ogni parte d'Italia. I talebani vi ringraziano e non solo quelli afgani ma anche quelli che in Italia opprimono le libertà. Sabato alle 16, fossi pure da solo, sarò in piazza del Popolo.

Carmine Albanese

Comprendo il dolore per le vittime ma...

Comprendo che il dolore per le vittime italiane in Afghanistan ha colpito un po' tutti, ma rinviare la minifestazione sulla libertà di stampa significa fare un ennesimo regalo ad un Berlusconi moribondo che rischia così , ahinoi, di resuscitare.
Ancora una volta il suddetto personaggio riuscirà a volgere a proprio favore una tragedia.
Pensateci bene.
Giulio Picat

Meglio un rispettoso silenzio

"Sei militari italiani sono morti in Afghanistan. La Federazione Nazionale della Stampa (FNSI) ha annullato la manifestazione per la libertà di informazione del 19 settembre a causa dell'attentato. Decisione incomprensibile, ma in fondo comprensibile. Nessuno sa perché dobbiamo morire per Karzai. Con una libera stampa non saremmo in Afghanistan. Meglio un rispettoso silenzio. Ogni tanto si vergognano anche i giornalisti." p.s. ci vuole una piazza più capiente, quella del Popolo è un cul de sac.
Gianni Pupparo

RINVIATO ANCHE IL PRESIDIO DI TRIESTE

Con profondo rispetto verso i caduti, nell'espressione di un’autentica, permanente volontà di pace quale condizione indispensabile di una informazione libera e plurale capace di rappresentare degnamente i valori della convivenza civile, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ha deciso, d'intesa con le altre organizzazioni aderenti (Cgil, Acli, Arci, Art. 21, Libertà è Giustizia e numerose associazioni sindacali, sociali e culturali), di rinviare ad altra data la manifestazione per la libertà di stampa programmata a Roma per sabato prossimo.In un momento tragico come questo ci stringiamo attoniti accanto ai nostri morti in Afghanistan. Sono morti dell'Italia che paga oggi un pesante tributo nella frontiera della sicurezza internazionale e della lotta al terrorismo. Il nostro rispettoso pensiero va subito ai soldati caduti, alle loro famiglie, alle Forze Armate che, in un Paese martoriato, rappresentano la nostra comunità in ossequio a risoluzioni dell’Onu, in una complicata ricerca di una via di uscita dell'Afghanistan dal terrore verso la democrazia.I giornalisti, che hanno pagato alti prezzi di sangue per il diritto - dovere di informare compiutamente i cittadini su dolorose vicende belliche e del terrorismo in ogni parte del mondo, rinnovando la solidarietà e il cordoglio nei confronti di tutti i caduti e delle loro famiglie, riconfermano l'impegno permanente per un'informazione che dia sempre voce alle ansie, alle speranze, alle idee di tutti.Per gli stessi motivi è rinviato ad altra data il presidio organizzato sabato a Trieste in Capo di Piazza Batoli.
Assostampa FVG

NON SONO D'ACCORDO MA SAREMO DI PIU'

Sono daccordo. Il 3 ci saremo, si spera anche di più, ma questo rinvio lo trovo quanto meno fuori luogo. A proposito rimando al dibattito sulla libera informazione, tenutosi ieri sera a Vasto, nell'ambito del 4° incontro nazionale IDV.
Lo trovate qui: http://www.ustream.tv/idvstaff
Moderatore: Marco Travaglio - Giornalista
Relatori:Pancho Pardi – Senatore Italia dei Valori
Nicola Tranfaglia - Storico
Vittorio Occorsio – Presidente associazione “Giovani e cultura”
Antonio Di Bella – Direttore del TG3
Concita De Gregorio – Direttrice de l’Unità
Francesca Fornari – Giornalista e vignettista
PACE

Un collega pubblicista: Un'occasione per parlare della guerra

Sono un collega pubblicista. Non condivido affatto la decisione di rinviare la manifestazione, anzi ne sono sinceramente allibito.Sarebbe stata un'ottima occasione per parlare anche di questa guerra, dove fenomeni di informazione negata o al guinzaglio non mancano di certo !!O almeno si poteva discutere se era il caso di tenere la manifestazione lo stesso, legando i temi (non poi così disgiunti, alla fine), invece che affrettarsi a disdirla!
ALDOBRANDO.FREZZA@bancaditalia.it

Movimento non violento: Libertà di informazione anche sulla guerra in Afghanistan

Rinviare la manifestazione è stato un grande errore! Bisognava farla, e chiedere la "libertà di informazione" anche sulla guerra in Afghanistan.
Mao Valpiana
Direttore Movimento Non Violento

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