sabato 19 settembre 2009

Da Oxford: Non vorremmo vedere esibizioni personali ai funerali come fu per l'Aquila

Riceviamo in copia e pubblichiamo una lettera indirizzata all'Unità e a Repubblica.
"Desideriamo esprimere il nostro stupore e disappunto per la decisione della Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) di disdire la manifestazione in difesa delle liberta' di informazione prevista per il prossimo sabato.
Non mettiamo in dubbio che la triste notizia dei militari uccisi in Afghanistan possa commuovere l’intera nazione, ma riteniamo che non avrebbe dovuto interferire con lo svolgimento della manifestazione di sabato. La difesa della liberta' d'informazione, e quindi della democrazia, nulla ha a che vedere con il rispetto per i caduti italiani in Afghanistan.
Ci chiediamo se nel malaugurato (e tragicamente possibile) caso che il giorno prima della prossima manifestazione si verifichi l’ennesimo incidente sul lavoro verrebbe deciso un altro rinvio. Il doveroso rispetto per le vittime militari non puo' e non deve interferire con il diritto e il dovere di difendere uno dei fondamenti della nostra democrazia come la liberta di stampa.
E' un momento triste e preoccupante per l'Italia, e certamente non soltanto a causa della morte dei nostri soldati in Afghanistan. Indigna e spaventa l’ipotesi che l’occasione delle doverose cerimonie per i caduti sia utilizzata, come gia’ la tragedia del terremoto de L’Aquila, per esibizioni personali e per distrarre l’attenzione dai problemi del paese.
Saluti da chi, svolgendo la sua attivita’ scientifica all’estero, non puo' partecipare alla manifestazione.
Giandomenico Iannetti, University Research Lecturer, University of Oxford
Nicola Melloni, Department of International Development, University of Oxford

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